CASA DI RIPOSO
(Monza)

CASA DI RIPOSO
(Monza)

Realizzazione casa di riposo per le consorelle anziane della Congregazione Suore Missionarie dell’Immacolata. La congregazione missionaria dell’immacolata collabora da oltre 15 anni con il gruppo di volontariato di S.Felice del Benaco.

La conoscenza con la congregazione da parte nostra arriva mediante la progettazione di alcune opere per conto del gruppo di S.Felice del Benaco, poi realizzate in Guinea Bissau nelle missioni della congregazione.

Nasce successivamente l’esigenza per la congregazione di realizzare una casa per gestire le problematiche legate alle consorelle anziane. A Monza, esisteva già una loro sede dedicata alle novizie e alle anziane, e a corredo dell’edificio è stata realizzata negli anni ‘80 una scuola di prima infanzia gestita dalla congregazione. Il tutto in un contesto di grande area verde libera. Ma è stato necessario progettare un altro edificio, adatto e sufficientemente capiente, per far fronte al numero di richieste.

Siamo stati contattati per alcuni incontri preliminari dal consiglio che, dopo aver esaminato le nostre indicazioni professionali e dando fiducia al nostro studio, ci affida il progetto sulle esigenze della congregazione. 

Nel giro di pochi anni otteniamo l’autorizzazione alla realizzazione dell’edificio da parte del Comune di Monza e iniziamo nel 2007 la realizzazione vera e propria.

L’edificio si sviluppa su 5 piani:

  1. Piano seminterrato con archivio, magazzino, guardaroba, lavanderie, stirerie, centrale elettrica, sala polivalente per assemblee e conferenze.
  2. Piano rialzato, con ricevimento, cucina, magazzino, lavastoviglie, ampio refettorio, ufficio, studio responsabile , due salette per incontri, una saletta per i parenti in visita.
  3. Piano primo camere con servizi.
  4. Piano secondo camere con servizi e cappella che si sviluppa in altezza anche al piano superiore.
  5. Piano terzo camere con servizi.

Al secondo e terzo piano viene creata una cappella con spazio per circa 60-70 fedeli. Successivamente il padre Marko Ivan Rupnik, il quale oltre ad essere un grande conferenziere e scrittore è un mosaicista di fama internazionale che vanta opere in Vaticano, Lourdes, San Giovanni Rotondo, realizza un’opera legata alla senso delle origini delle missionarie. Ne nasce un meraviglioso mosaico che si sviluppa verticalmente su tutta l’altezza della cappella di grande sensibilità e fattura.

La matrice progettuale viene dettata dal complesso immobiliare preesistente sull’area in cui il corpo principale dell’edificio risale al 1800 mantenendo i criteri volumetrici e materici degli edifici di quel periodo.

Sul lato destro viene realizzata una cappella negli anni ‘80. Quasi contemporaneamente viene realizzato un corpo di fabbrica collegato funzionalmente alla struttura principale dove viene creato l’asilo per l’infanzia gestito dalle consorelle.

Non era facile dal punto di vista progettuale inserire un volume più grande di quello esistente, e non sembrava corretto realizzare un corpo di fabbrica di forme moderniste sia per la preesistente dell’edificio dell’800 sia per la destinazione finale dell’immobile, il quale doveva avere degli elementi materici e volumetrici riconducibili alla serenità degli ultimi anni di vita delle consorelle.

Sposiamo quindi la soluzione di creare un immobili con caratteristiche estetiche riconducibili ad un preciso periodo: nasce un edificio classicheggiante con gradi di particolare classiche.

La scelta della tipologia costruttiva dei colori e finiture è stata accettata pienamente dalle consorelle: l’edificio, seppur utilizzando un’architettura simulata, rende gradevole l’inserimento nell’intero complesso edilizio (sembra realizzato nel 1800 e ben conservato).

Dal punto di vista strutturale, essendo il territorio di Monza interessato geologicamente dal fenomeno degli Occhi Pollini, è stato necessario per sostenere le fondazione e quindi l’edificio soprastante, attivare il getto tramite Jet Grounting. Gli Occhi Pollini sono cavità di medio-grande dimensione provenienti dalla liquefazione dei blocchi di ghiaccio che, mescolati alla ghiaia, hanno lasciato nella ghiaia morenica-alluvionale degli spazi vuoti mai colmati dal sistema naturale. 

Dal punto di vista impiantistico, ecco le soluzioni installate:

  • Cappotto esterno;
  • Riscaldamento radiante a pavimento, con termoarredi nei servizi;
  • Raffrescamento estivo con canalizzazione ai vari piani;
  • Impianto elettrico supportato da unità di continuità per tutto l’edificio;
  • Videosorveglianza;
  • Impianto di allarme periferico;
  • Rete informatica su tutto l’edificio, uffici, sale, camere.

Una costruzione “unica”.

Ing. Roberto Alessi

Ing. Roberto Alessi